Lo Stato non si occupa degli interessi del popolo
Pier Giorgio Caria
Elisa Rinaldin: Lo Stato non si occupa di noi, della nostra salute, del nostro benessere. Si occupa dei suoi interessi, economici in primis, ma purtroppo questo è un messaggio che non passa. Come mai, secondo te, la gente fa così fatica ad abbattere l’idea che ci si debba per forza affidare al papà-Stato o alla mamma-medicina?
Pier Giorgio Caria: Ovviamente non pretendo di dire verità assolute ma, a parer mio, la cosa nasce dal fatto che questi personaggi, avendo capitali illimitati, sono in grado di comprarsi la migliore scienza e la migliore tecnologia. Conoscono benissimo la neurobiologia, la psichiatria e tutti i settori della mente umana; grazie a queste, la società umana viene cresciuta e mantenuta in uno stato di infantilismo.
Facciamo un’analisi. Assistiamo a comportamenti veramente allucinanti: i politici fanno danni e noi andiamo a protestare chiedendo a quegli stessi politici di trovare la soluzione ai danni che loro hanno creato. È un paradosso. Se andiamo a studiare il vero diritto, partendo quindi dal diritto naturale e dai grandi enunciati come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del ’48 (contenente leggi a cui, tra l’altro, qui in Italia possiamo appellarci a tutti gli effetti), scopriamo che non dobbiamo chiedere ciò che ci spetta: il diritto si esercita. Non ho bisogno di chiedere a qualcuno se posso respirare, lo faccio e basta perché è un mio diritto. La società mantenuta nell’infantilismo (invecchiata nel corpo, ma bambina a livello mentale-psicologico), però, va a chiedere al papà: “Papà, papà! Mi compri il gelato?”. Il papà gli dice no e se rompe le scatole gli tira pure uno schiaffo. Cosa succede, infatti, quando si va a protestare (pro-testa, in favore di chi comanda)? Ti manganellano. Perché il papà il gelato non te lo dà.